Da sempre l’uomo sogna di toccare le stelle, di sapere cosa si nasconde oltre quel cielo che guardiamo ogni giorno. Il 2018 rappresenterà per l’uomo un passo importante perché sarà la prima volta nella storia che “tenderà” la mano alla stella madre, il sole.
Il 31 luglio è prevista la partenza da Cape Canaveral della sonda Parker Solar Probe della Jet Propulsion Laboratory (Jpl). Un sogno inseguito da mezzo secolo dalla Nasa. Scopo della spedizione sarà avvicinarsi al Sole, quasi sfiorarlo, per carpire i segreti dell’astro da cui dipende la vita sulla Terra, in particolare osservare la corona solare e il suo funzionamento. La sonda ha le dimensioni di un’automobile viaggia ad una velocità di 200 km/s, verrà a costare 1.5 miliardi di euro, il suo compito sarà quello di avvicinarsi fino a 5,9 milioni di km dalla superficie solare, nella fotosfera, bersagliata da un calore 500 volte più intenso di quello che riceviamo sulla Terra. Date le circostanze, lo strumento, sarà protetto da schermi termici adibiti all’ambiente e potrà usufruire di pannelli fotovoltaici per l’alimentazione.
La corona solare è la parte più esterna dell’atmosfera del Sole che si estende per milioni di chilometri. È formata da gas (soprattutto idrogeno) e vapori provenienti dagli strati sottostanti dell’atmosfera solare. Essendo estremamente calda (fino a milioni di gradi Celsius), la materia in essa contenuta è sotto forma di plasma. Il meccanismo che la riscalda non è perfettamente compreso, ma una parte rilevante è sicuramente giocata dal campo magnetico solare che avvolge il Sole. La sua temperatura passa da 6 mila gradi centigradi fino ai 5 milioni, dallo strato più basso a quello più alto. L’astrofisico italiano Marco Velli, che fa parte della missione della Nasa si è chiesto—. «Che cosa provoca l’improvviso innalzamento a soli duemila chilometri dalla superficie? Quale è il meccanismo che trasferisce energia dissipandola nella corona? E come e in che modo il plasma caldissimo sfugge all’astro generando il vento solare?». Domande per ora senza risposta, che molto probabilmente avremo dopo la partenza della sonda.