Il costo della famiglia perfetta

Alle 10 e mezzo del ventisette marzo Gabriele Sorrentino, ex-carabiniere diventato promotore finanziario, si butta da una rupe di centocinquanta metri. Il suo cadavere viene recuperato qualche ora dopo il suicidio. Un’ora prima aveva ucciso a martellate due dei suoi tre figli: il più grande di quattro ed il fratello di due. Un omicidio apparentemente senza moventi: aveva lasciato i carabinieri a seguito di una carriera esemplare nel 2013, durante la quale aveva partecipato a delle indagini delicate ed era diventato membro del nucleo operativo della compagnia, si era in seguito trasferito a Bolzano in quanto aveva sviluppato una passione per il volo culminata nel suo brevetto da elicotterista. Nel 2015 aveva iniziato l’acquisto della sua casa da sogno: un attico su due piani con un grande balcone nel quartiere “Le Albere”, progettato da Renzo Piano ed inaugurato quattro anni or sono, e che ora stava per ultimare. Una casa che era stata descritta come signorile e simile ad un asilo. Secondo tutti aveva la famiglia perfetta: il vicino di casa, interpellato, ha detto che sembravano “Una coppia da Mulino bianco”. Una madre di un compagno di asilo del bambino più grande nota come, fino a qualche giorno prima, sembrassero affiatati.
Tuttavia, scavando più in profondità, si scopre che tutto ciò era soltanto una machiavellica rete di omissioni e menzogne, elaborata da Gabriele Sorrentino, che ne faceva uso per nascondere il suo totale tracollo finanziario da tutti: dai conoscenti ai vicini e perfino dalla moglie. Infatti lei pensava che quello stesso giorno sarebbe dovuta andare dal notaio assieme a Gabriele per firmare il rogito della casa. Difatti l’appartamento si era rivelato troppo costoso e già da mesi non era in grado di pagare le rate del “rent to buy”, un programma per acquistare la casa, che aveva un valore di mercato di un milione di euro, il quale consiste di un periodo di affitto, nel caso specifico con rate di 36mila euro l’una, al termine del quale con un grosso versamento finale, per Sorrentino avrebbe dovuto ammontare a circa mezzo milione di euro, viene completato l’acquisto. Aveva dei debiti, gli investigatori stanno cercando di capire con chi, e alcuni dei suoi investimenti erano andati in fumo. Tra i soldi che aveva perso vi erano anche i sessantamila euro di liquidazione che aveva ottenuto il padre, in quanto prepensionato dall’Alitalia nel 2008, che aveva convinto a trasferirsi da Roma e per il quale aveva trovato un appartamento sempre a “Le Albere”.

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