Che Internet sia un posto pericoloso è risaputo, ma addirittura diventare luogo di propaganda terroristica? Negli ultimi mesi i vertici globali si sono mossi per bloccare e rimuovere clip che in particolare su Youtube sono fonte di scalpore a causa delle varie discrepanze tra quanto dichiarano i “big” del tubo e quanto effettivamente viene fatto per limitare i video di propaganda jihadista inneggianti al Califfato. Dopo le molte proteste, sia da parte dei parlamenti che dei cittadini, i proprietari di Youtube hanno dichiarato che le operazioni per eliminare i video propagandistici sarebbero state tempestive. Ma ancora una volta, oltre il danno la beffa, nonostante Youtube abbia tolto le pubblicità nei video che erano già al centro di molte polemiche non ha censurato i video stessi, mostrando indifferenza e secondo alcuni strafottenza nei confronti di chi lotta per ciò in cui crede. Quindi la domanda resta: perché uno dei più blasonati social al mondo, dopo le ripetute segnalazioni, si ostina a non eliminare i video di propaganda jihadista ma censura all’istante video musicali che violano il copyright?
Perché di tutto ciò non ci è dato sapere, ma sicuramente il puzzle politico-sociale che si è radicato negli ultimi decenni è più ampio di quanto la comunità possa immaginare; non abbiamo che qualche tassello sparso in quanto la visione totale e le rispettive conseguenze ci vengono nascoste e talvolta persino rielaborate dai media nazionali e internazionali.