La NASA in collaborazione con l’ESA (European Space Agency ovvero agenzia spaziale Europea) e l’ASI(l’agenzia spaziale Italiana), nel 15 ottobre del 1997 lanciò una sonda in orbita per compiere una missione ben precisa, ovvero quella di studiare il sistema planetario di Saturno e i suoi satelliti. I satelliti naturali di Saturno sono numerosi, con dimensioni che vanno da piccole lune di meno di 1 km fino all’enorme Titano, più grande del pianeta Mercurio . Saturno ha 62 satelliti naturali con orbite confermate, 53 dei quali hanno un nome proprio e solo 13 con un diametro maggiore di 50 chilometri. Gli anelli di Saturno sono anelli planetari che si trovano attorno al pianeta. Sono composti da milioni di piccoli oggetti, della grandezza che varia dal micrometro al metro, orbitanti attorno al pianeta sul suo piano equatoriale, e organizzati in un anello piatto. Il 25 Dicembre del 2004 la sonda raggiunge la luna principale di Saturno. Il 14 Gennaio del 2005 la sonda entra nell’atmosfera di Saturno e comincia a studiarne la consistenza e a raccogliere dati (scatta foto, registra rumori circostanti ecc.), una volta stabilizzata nell’atmosfera di Saturno dopo 2 ore e 30 minuti di discesa ha cominciato a trasmettere un segnale che comunicava tutti i dati del pianeta. Ora siamo nell’ultima fase della missione esplorativa, la sonda il 26/04/2017 si è tuffata tra gli anelli del pianeta, per studiarne i materiali che li compongono. Ed ora non resta che rispettare l’ultimo livello del piano di volo, ovvero quello che prevede la distruzione della sonda il 15 Settembre del 2017.