Il fenomeno dei furti di una delle necessità primarie dell’uomo, come il cibo, sta facendo preoccupare molto i mercati nazionali. I prodotti destinati alla svendita legale vengono rubati e smerciati nel mercato nero togliendo così grossi ricavi per le aziende agricole e tasse allo Stato.
Tra i prodotti più appetibili ci sono: il Parmigiano Reggiano, olio extravergine di oliva del Salernitano e Pugliese, nocciole del Lazio e Piemonte, limoni IGP della Costiera Amalfitana, arance del Catanese, vino e liquori. Caseifici a Parma, Reggio Emilia e Modena vedono il proprio parmigiano sottratto e non riescono a rintracciarlo grazie ad abili metodi di smercio. Infatti, quest’ultimo viene tagliato a pezzi o grattugiato e spedito all’estero o al Sud. Calcolando che in un anno sono state rubate circa 20 mila forme di parmigiano e che ognuna costa 400 euro, possiamo notare un mercato nero dietro con un valore di 10 milioni.
La Coldiretti si è scagliata contro le autorità che non fanno nulla a riguardo. Nello stesso tempo in Emilia sono stati costruiti bunker gestiti da banche locali per la protezione del parmigiano.