Cara scienza, perché non posso farmi il solletico da sola?

Il solletico è una reazione fisiologica involontaria provocata dal tocco improvviso di una parte del corpo. Per metonimia, si indica con questo termine anche l’azione di toccare qualcuno allo scopo di provocare questa reazione (fare il solletico a qualcuno) o, più genericamente, l’atto di toccare lievemente qualcosa, anche un oggetto inanimato.
Dal punto di vista fisiologico, comunque, il solletico è un fenomeno che riguarda il sistema sensitivo e la sensibilità tattile. Le sensazioni provocate dal solletico possono a volte risultare piacevoli, o eccitanti, ma nella maggior parte dei casi vengono considerate estremamente spiacevoli, soprattutto quando il solletico viene prolungato nel tempo.
I motivi per i quali non è possibile farsi il solletico da soli sono uno dei grandi misteri della mente umana. La nostra incapacità di farci il solletico autonomamente ha a che vedere con la nostra autoconsapevolezza.
Tutto ciò dipende dalla zona del cervello chiamata cervelletto, quando si è soggetti al solletico da parte di un individuo esterno si attivano rispettivamente la corteccia somatosensoriale (la parte del cervello responsabile del tatto) e la corteccia cingolata anteriore (che gestisce le emozioni, il senso di gratificazione e il controllo degli impulsi). Quando però le stesse persone tentano di farsi il solletico da sole, queste aree rimangono relativamente “spente”, mentre il cervelletto – che è coinvolto nel coordinamento e nella regolazione dell’attività muscolare – entra in funzione.
La domanda è: “perché succede?” Per poter capire i motivi di questa reazione del nostro corpo, dobbiamo prima pensare al perché gli essere umani soffrono il solletico. In principio il termine “solletico” venne identificato come “knismesi” quando si tratta della sensazione di prurito suscitata da un leggero tocco sulla nostra pelle, e “gargalesi” per quanto riguarda la sensazione molto più misteriosa che ci porta a ridere e che può essere provocata solo da un’altra persona.
Malgrado ciò non è del tutto chiaro quale possa essere il vantaggio dal punto di vista evolutivo di questo tipo di sensibilità al solletico. Secondo alcune persone, le risate – comprese quelle da solletico – sono legate all’intelligenza sociale. Inoltre la sensibilità al solletico spinge a proteggere le aree vulnerabili del nostro corpo – stomaco, ascelle, piante dei piedi – il che porta ad avere benefici adattivi nei combattimenti corpo a corpo.
Contrariamente, le persone affette da schizofrenia rappresentano un’eccezione, dal momento che il rapporto tra il loro cervelletto e le altre parti del cervello funziona e opera differentemente. Nel momento che un individuo schizofrenico prova a stimolarsi il solletico vi è un’alterazione del processo di previsione che informa il cervello della natura volontaria dell’atto.
La schizofrenia è propriamente un disturbo psichico che comporta disfunzioni cognitive, comportamentali ed emotive. Ne è colpito circa l’1,1% della popolazione sopra i 18 anni e sembra trarre origine sia da fattori genetici che ambientali.
Differentemente da quanto il termine farebbe pensare la schizofrenia non implica alcuna “doppia personalità” (come nel disturbo dissociativo dell’identità) ma è caratterizzata, secondo i criteri del DSM-5, da almeno due dei seguenti sintomi, ciascuno presente per una parte di tempo significativa durante un periodo di un mese: deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento grossolanamente organizzato o catatonico e sintomi negativi (ad es: diminuzione dell’espressione delle emozioni e abulia).

Marta Rastellini

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