60 anni dai Trattati di Roma

In occasione delle celebrazioni per i sessant’anni della firma dei Trattati di Roma, si riuniscono a Montecitorio il capo dello Stato Sergio Mattarella, i presidenti di Camera e Senato e il premier Gentiloni. Sono presenti anche numerosi senatori e parlamentari venuti da tutta Europa. Si è discusso a lungo dei problemi riguardanti l’Unione Europea, che è stata definita come un’entità “ripiegata su sé stessa e incerta sulle strade da seguire”. Il capo dello Stato dice no al ritorno al passato e alla creazione di nuovi muri che creino nuovi problemi. Ha inoltre un’importante richiesta: la riforma dei trattati attuali. Il presidente della Repubblica ha ricordato che nessun paese può farcela da solo in quello che ha definito un ‘mondo di giganti’ facendo riferimento alla decisione della Gran Bretagna, membro dal 1973, di uscire dall’Ue. Ricorda che l’arroccamento non può prevalere sull’unità e che nessun’ paese potrà garantire la reale indipendenza delle proprie scelte. Secondo la visione di Mattarella la ripresa dell’Unione non parte dalla tecnica o dalla burocrazia, è stata proprio questa visione a portare sfiducia tra i cittadini della comunità. Un altro elemento lacerante dell’Europa è stato l’interesse congiunto tra economia e finanza che hanno portato ad una diffusa instabilità e non hanno permesso all’Europa di rispondere in modo adeguato alle alte aspettative dei cittadini. Si deve puntare piuttosto al rilancio dei valori che ci hanno condotto fino a qui. Invoca inoltre uno ‘scatto di coraggio’ per la solidarietà della ragione, punto ritenuto fondamentale da Alcide De Gasperi, uno dei fondatori del progetto. L’Europa inoltre non può permettersi di “rinviare gli appuntamenti con la storia”, deve far prevalere invece la beneficenza e la solidarietà tra Paesi, che secondo il capo dello Stato porterà sia l’Italia che tutta l’Europa alla costruzione di un futuro migliore. Al termine dell’intervento del capo dello Stato vi è stata una lunga standing ovation da parte dei senatori e deputati preseti in aula. Il presidente della Camera, Laura Boldrini che ha invece tenuto il discoro introduttivo ha ricordato che l’Unione rappresenta un modello per il mondo intero soprattutto per quanto riguarda la democrazia e i diritti fondamentali dell’uomo. Secondo la Boldrini non ci si può arrendere ad un andamento così negativo dell’Unione che vede nella stessa il ‘capo espiatorio’. La fine dell’Europa porterebbe il continente ad essere irrilevante e condurrebbe i cittadini all’insicurezza, dato che la loro sicurezza dipende proprio dalla sua unità e non dalla sua disgregazione. Il presidente, considera la soluzione dell’Europa a doppia velocità il modo migliore per uscire da questo momento di stallo. Anche il presidente del Senato, Pietro Grasso ha preso la parola soffermando su un altro tema fondamentale: l’immigrazione. Questo progetto infatti non deve arrestarsi e ha bisogno di essere rilanciato anche grazie alla collaborazione, soprattutto in alcune materie.

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