Milano, due casi di arresto per coltivazione e spaccio di droghe: la situazione è preoccupante?

Venerdì 31 marzo a Milano due giovani sono stati arrestati da poliziotti del commissario Ticinese a causa di un ritrovamento di alcune piante di marijuana destinate all’uso personale. Ad insospettire i poliziotti è stato il forte odore di marijuana che si sentiva nel pianerottolo dell’edificio dove si trovavano per un altro intervento. Si tratta però di una situazione complicata quella della proposta di legge sulla legalizzazione delle droghe leggere proposta il 25 luglio dal senatore Benedetto Della Vedova, perché a sentenze favorevoli se ne contrappongono altre contrarie, che considerano la coltivazione di marijuana un reato non sapendosi per certo quali saranno gli usi della sostanza stupefacente.
Il giudice della Quarta sezione penale del tribunale ha disposto per i giovani la liberazione, anche se il vice procuratore onorario, chiedeva gli arresti domiciliari. La ragazza durante un interrogatorio e davanti al giudice ha affermato che “assumere marijuana in modo sporadico e consapevole è una filosofia” e che “assumere la sostanza attraverso un vaporizzatore elettrico elimina gli effetti negativi della combustione”.
Sempre a Milano, il 2 aprile un giovane 23enne nigeriano è stato arrestato in stazione centrale. Visto che non aveva documenti con sé, è stato portato agli uffici del settore operativo, dove i poliziotti, insospettiti del forte odore di marijuana che proveniva dal suo zaino, ne hanno trovata oltre un chilo in un grosso involucro di cellophane.
Questi due sono solo alcuni dei molti casi che coinvolgono la droga a Milano: secondo i dati dell’indagine sul consumo di droga a Milano realizzata dall’Ats”, sono almeno 10mila i giovani sotto i 34 anni che fumano cannabis e circa il 14 per cento dei cittadini (circa 100mila persone) fa uso di sostanze psicoattive. La sostanza più utilizzata è la cannabis, consumata dall’11,5 per cento della popolazione contro il 9,2 della media nazionale.

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