Il paraguay in fiamme

Quando si parla di America latina, è facile pensare al sole, al mare, alla musica e al calcio. Tutti noi sogniamo un’estate ai Caraibi, tutti noi abbiamo ballato la baciata, così come ci siamo commossi ad Italia-Brasile nei mondiali del 70. È altrettanto difficile però dimenticarsi delle innumerevoli dittature ( o poco ci manca) che hanno ingiustamente depredato un popolo rinomato per la sua estrema pacificità. Da quando i conquistadores hanno abbandonato il nuovo continente sembra che la terra degli indios sia perseguitata dal malocchio, quantomeno in ambito politico ed economico.

Ne è un esempio lampante ciò che è successo in questi giorni in Paraguay, dove il presidente ( nonché imprenditore emerito ) Horacio Cartes, con un emendamento ad hoc ha scatenato l’ira funesta del popolo paraguayano. Ciò che è successo il 1 Aprile non è stato decisamente uno “scherzetto” da niente. Ma i protestanti adirati sono arrivati al cuore del governo, il parlamento ; incendiandone il cortile esterno.
In tutto ciò , tra proiettili di gomma ed idranti, non è mancata l’incompetenza della polizia che è riuscita ad assassinare un uomo che era venuto come voce del popolo, più in particolare la voce del partito liberale, Rodrigo Quintana.

I funerali si sono già svolti con grande pathos da parte dei presenti, ma la morte di Rodrigo ha acceso nel continente un barlume di speranza, cosi come il che con cuba, i monaci per il tibet e ghandi per il mondo.

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